Il decreto antifrode e le novità sui bonus edilizi
L’11 novembre è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il DL 157, cosiddetto “antifrode”.data 30/11/2021
Il Decreto è stato emanato in fretta e furia e contiene un punto sostanziale rispetto agli incentivi ecobonus. Per la rapidità di divulgazione alcune sue parti non sono ancora del tutto chiare, la sensazione generale è che ci si possa aspettare ancora qualche cambiamento.
Essendo il decreto di recentissima formulazione, molti sono ancora i dubbi riguardo alla sua applicazione, dubbi che saranno certamente sciolti nei prossimi giorni.
Uno dei dubbi riguarda, ad esempio, l’eventualità che sia necessario stipulare una polizza assicurativa per tutti i bonus previsti, mentre, da più parti, si parla di autocertificazione.
Ad ogni modo, alcuni elementi del decreto sono già abbastanza delineati. In questo articolo, li percorriamo insieme.
La grande novità introdotta dal decreto è che anche gli ecobonus ordinari, ovvero quelli diversi dal Bonus 110, avranno bisogno di un’asseverazione e, quindi, dell’intervento di un tecnico abilitato. L’asseverazione dovrà riguardare prezzi e quantità, dovrà ossia certificare, in buona sostanza, che le spese ed i prezzi siano congrui.
Nel momento in cui la ditta riceve l’asseverazione, questa dovrà essere presentata, insieme ad altri documenti, al commercialista, il quale rilascerà il “visto di conformità”. Questo documento è indispensabile, ad esempio per l’accredito dell’IVA.
Questi passaggi appena menzionati costituiscono una delle novità introdotte dal decreto antifrode. L’obiettivo, dichiarato, è quello di contrastare quelle imprese che avevano approfittato della situazione per “gonfiare i prezzi”. Si tratta di una pratica che finiva purtroppo per ricadere, come sempre, sul cliente, ovvero sul proprietario dell’immobile, il quale non vuole (e non può, non avendone gli strumenti) indagare sui prezzi che vengono applicati dalla ditta incaricata dei lavori, ma è responsabile in prima persona nei confronti dell’Agenzia delle Entrate.
Sulla base delle norme introdotte dal decreto, l’Agenzia delle Entrate potrà fare controlli anche a ritroso, ovvero su tutti quei lavori eseguiti prima dell’approvazione del Decreto stesso.
È comprensibile come i nuovi scenari aperti dal Decreto antifrode abbiano creato un po’ di disagio, soprattutto per quanto riguarda crediti e pagamenti. Tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre 2021, cominciavano ad essere disponibili, sul sito dell’agenzia delle Entrate, le F.A.Q. Per diverso tempo, però, i portali (non solo dell’agenzia delle Entrate, ma anche delle banche) sono andati in stop in attesa del recepimento delle nuove regole.
Tutto ciò ci porta, tra le altre cose, a ribadire quanto abbiamo già detto, ovvero che è necessario affidarsi a ditte in grado di eseguire i lavori rispettando tutto l’iter previsto dalla legge. È un discorso valido da sempre, ben prima che il decreto fosse approvato, ma oggi oltremodo attuale: è l’unico modo per non dover poi incorrere in sanzioni da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Come diciamo sempre: MALE NON FARE, PAURA NON AVERE.
I BONUS DOPO IL DECRETO
Il decreto antifrode estende la propria validità su tutti i bonus diversi dal superbonus 110.
Attualmente, in virtù del decreto, questa è la situazione:
- Il bonus 50 resta tale
- Il bonus 90 diventa bonus 60
- Il bonus 65 resta tale
In tutti però saranno necessarie le asseverazioni.
- Il bonus 110 resta tale, ma con delle limitazioni sulle unità unifamiliari: ancora da verificare nella loro interezza, riguardano la soglia massima di ISEE per potervi accedere. La nota di bilancio di dicembre 2021 attesta un limite fissato a 25.000 euro sull’ISEE e, anche, che il bonus sia limitato fino a fine giugno 2023.
- Il bonus mobili è stato ridotto
- Il bonus verde è stato ridotto e non prevede la possibilità dello sconto in fattura
IL BONUS HOTEL
Un’altra novità di questi ultimi mesi dovrebbe essere il bonus hotel, di cui molto si era parlato in passato e che sembra finalmente essere ufficialmente in dirittura d’arrivo.
Se così sarà, il bonus hotel si rivelerà essere un’ottima occasione, dal momento che le sue condizioni dovrebbero essere molto vantaggiose e dal momento che riguarda una categoria finora tralasciata, ovvero quella delle strutture ricettive.
Il bonus hotel dovrebbe prevedere un massimale di spesa di 80.000 euro e riconoscere fino all’80% di detrazione per tutti i lavori riguardanti un’ampia tipologia di strutture ricettive (B&B, alberghi, agriturismi, stabilimenti balneari). Il bonus, previsto nel decreto recovery, dovrebbe durare fino al 2024 e coprire interventi finalizzati all’eliminazione delle barriere architettoniche, l’efficientamento energetico, la digitalizzazione, la realizzazione di piscine termali, la riqualificazione antisismica.
Non solo: il bonus dovrebbe prevedere anche un contributo a fondo perduto non superiore al 50% delle spese sostenute, corrispondente ad un importo massimo di 40.000 euro o 30.000 euro se l’intervento riguarda soprattutto la digitalizzazione, nonché lo stanziamento di risorse per il contributo diretto per una quota dei lavori corrispondente, al massimo, al 35%. L’unico aspetto negativo di questo bonus è l’aver previsto fondi limitati e quindi il far dipendere l’accettazione delle domande da un “click day”.
Sarà interessante, in caso di approvazione definitiva, andare a vedere quali possibilità concrete questo bonus offrirà agli imprenditori nel settore della ricezione turistica.